Bisanzio a Roma. Il ciclo dei mosaici nella Chiesa di Santa Prassede al Viminale

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Raccontato da Barbara Di Lorenzo

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Un’antica leggenda narra che Prassede e Pudenziana sarebbero state uccise perché dedite a dare sepoltura ai martiri delle persecuzioni dell’imperatore Antonino Pio nei pozzi situati nel vasto terreno di proprietà del padre. La chiesa di Santa Prassede, che prende il nome dalla Prassede sorella di Santa Pudenziana e figlia del senatore romano Pudente, discepolo di San Paolo, viene fondata nel IX secolo da papa Pasquale I sull’antico titulus Praxaedis della fine del V secolo. L’importante edificio conserva ancora la struttura medievale nel protiro di accesso situato lungo via di San Martino ai Monti, che immette, dopo una lunga scala, in un cortile nel quale si erge la semplice facciata in mattoni della chiesa secondo il disegno originale. Nel centro del bellissimo pavimento cosmatesco un disco di porfido rosso ricopre il pozzo nel quale la santa raccolse i resti ed il sangue dei martiri, secondo le fonti diverse migliaia e proprio per questo la chiesa è una delle più venerate di Roma. Artisti bizantini decorarono la chiesa con mosaici dorati di straordinaria fattura, che rendono questa chiesa praticamente unica in città, su tutti quelli della cappella di San Zenone, il monumento di età bizantina più importante di Roma.

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