Con Valeria Marino
Il 6 aprile 1520 moriva a Roma Raffaello Sanzio, uno dei protagonisti dell’arte, l’artista della bellezza assoluta e universale; il terzo gigante del Rinascimento italiano con Leonardo e Michelangelo.
Ma l’arte di Raffaello è un patrimonio dell’umanità che ha sfondato il tempo. Fama e maestria gli furono riconosciute anche in vita: come scrisse il cardinale Pietro Bembo, suo amico e grande letterato, sulla sua tomba collocata nel favoloso scenario del Pantheon: «Qui sta quel Raffaello, mentre era vivo il quale, la gran madre delle cose temette d’esser vinta e, mentre moriva, di morire»
Dalle cronache sappiamo che la scomparsa prematura del pittore, a 37 anni, lasciò sgomenta tutta Roma, lui che in due decenni di attività aveva completamente innovato la cultura artistica del suo tempo, proiettandolo nel ricordo perpetuo dei posteri, che nell’anno 2020 lo celebrano ancora, dopo mezzo millennio.