Con Carla Vaudo

Normanni, ovvero gli Uomini del Nord, sono quelle popolazioni che nell’Alto Medioevo abitavano l’Europa settentrionale nell’attuale Svezia, Norvegia e Danimarca. Li conosciamo anche con l’altrettanto celebre nome di Vichinghi, termine che in realtà va più correttamente riferito alla fase più antica della loro storia quando, nel VII-IX secolo, iniziarono a spingersi attraverso una serie di scorrerie marinare dalla Groenlandia alla Russia, passando per Inghilterra, Irlanda, Islanda e, finalmente, in Francia del Nord.

Nel 911 i Normanni fondarono nella Francia del Nord il ducato di Normandia, convertendosi al cristianesimo e accettando, assieme alla lingua e agli usi locali, le istituzioni feudali, diventando tra i più potenti signori di Francia. Alla morte senza legittimi eredi del re anglosassone Edoardo il Confessore, il duca di Normandia Guglielmo, che sarà poi detto il Conquistatore, cugino di Edoardo, rivendicò la successione e dopo la vittoria nella famosa battaglia di Hastings (1066) si fece incoronare re d’Inghilterra. Questa conquista fu decisiva per la storia inglese dal punto di vista politico-sociale ma anche culturale.

Poco dopo il Mille schiere di Normanni scesero nell’Italia meridionale, attirati dalle guerre e dalle rivolte, con la speranza di conquistare terre inserendosi nel complicato gioco delle rivalità e delle successioni. Al soldo del principe di Capua fu Rainolfo Drengot, che per primo (1030) ottenne la terra di Aversa. Poco dopo emersero gli Altavilla (= Hauteville): Guglielmo Braccio di Ferro divenne conte di Melfi (1043), Roberto il Guiscardo fu riconosciuto dal papa duca di Puglia e Calabria (1059), Ruggero I tra il 1060 e il 1091 strappò la Sicilia agli Arabi e ne divenne conte. In breve tutta l’Italia del Sud divenne signoria normanna. Con Ruggero II, incoronato re di Sicilia nel 1130, si ebbe l’unificazione di tutte le conquiste normanne in Italia in un potente regno feudale.