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  • Raccontato da Pierfrancesco Vecchio

    KEMET: così in geroglifico veniva identificato dagli Egiziani il loro paese, una striscia verdissima adagiata tra il Sahara inospitale e le aride montagne del deserto orientale. Kemet significa “nero”, nero come il limo del Nilo che per migliaia di anni ha fertilizzato una terra ostile e che ha permesso ai suoi abitanti di sviluppare una civiltà straordinaria, modello di cultura e ricchezza per i popoli del Mediterraneo. Dei, uomini, templi, miti e culti egiziani hanno rappresentato per secoli una sfida alla comprensione e alla meraviglia di Babilonesi, Assiri, Greci e Romani, tra assimilazione e conquista, tra fascino e dissidio. Questo è l’Egitto che cercheremo di scoprire insieme attraverso un percorso che inizia con la costruzione di una entità statale, passa attraverso la religiosità, i templi e i culti, ci conduce nella complessità del rapporto con la morte per approdare infine alla storia dell’Egittomania e alla decifrazione dei geroglifici.

     Pierfrancesco Vecchio è un archeologo orientalista. È Dottore di Ricerca in Studi Storici e Specializzato in Archeologia Fenicio-Punica. Ha condotto innumerevoli scavi archeologici in Italia, tra cui nell’isola di Mozia in Sicilia, e in Medio Oriente, di recente in Iran. Collaboratore di Flumen da sempre, ha condotto in oltre 25 anni di attività moltissimi viaggi in nord Africa, Medio Oriente, sud Arabia e centro Asia.

  • Raccontato da Pierfrancesco Vecchio

    KEMET: così in geroglifico veniva identificato dagli Egiziani il loro paese, una striscia verdissima adagiata tra il Sahara inospitale e le aride montagne del deserto orientale. Kemet significa “nero”, nero come il limo del Nilo che per migliaia di anni ha fertilizzato una terra ostile e che ha permesso ai suoi abitanti di sviluppare una civiltà straordinaria, modello di cultura e ricchezza per i popoli del Mediterraneo. Dei, uomini, templi, miti e culti egiziani hanno rappresentato per secoli una sfida alla comprensione e alla meraviglia di Babilonesi, Assiri, Greci e Romani, tra assimilazione e conquista, tra fascino e dissidio. Questo è l’Egitto che cercheremo di scoprire insieme attraverso un percorso che inizia con la costruzione di una entità statale, passa attraverso la religiosità, i templi e i culti, ci conduce nella complessità del rapporto con la morte per approdare infine alla storia dell’Egittomania e alla decifrazione dei geroglifici.

     Pierfrancesco Vecchio è un archeologo orientalista. È Dottore di Ricerca in Studi Storici e Specializzato in Archeologia Fenicio-Punica. Ha condotto innumerevoli scavi archeologici in Italia, tra cui nell’isola di Mozia in Sicilia, e in Medio Oriente, di recente in Iran. Collaboratore di Flumen da sempre, ha condotto in oltre 25 anni di attività moltissimi viaggi in nord Africa, Medio Oriente, sud Arabia e centro Asia.

  • Con Barbara Di Lorenzo Si considera con il termine di ELLENISMO un periodo della storia greca durato tre secoli, dalla morte di Alessandro Magno (= 323 a.C.) alla battaglia di Azio, dove Roma si assicurò di fatto il predominio sul Mediterraneo (= 31 a.C.). Durante questi trecento anni la cultura greca assume una straordinaria forza di propagazione diffondendosi sull’intera area del Vicino e del Medio Oriente, dalle pianure della Macedonia fino all’India, attraverso il Mar Nero e il Danubio e in Egitto lungo il Nilo fino in Nubia. Questo processo di ellenizzazione in alcune aree geografiche fu assai profondo, come è il caso dell’Asia Minore che da allora divenne “più greca della Grecia”, mentre altrove si fuse con le culture autoctone in maniera sincretica, come nella Bactriana in Asia Centrale. Sappiamo come l’immenso impero costruito rapidamente da Alessandro si disgregò subito dopo la sua morte, minato anche dalle lotte intestine tra i suoi generali. Con la battaglia di Ipso (= 301 a.C.), che pose fine al tentativo di Antigono di riunire l’impero di Alessandro, ebbe inizio un sistema politico costituito dai vari regni ellenistici: la Macedonia, sotto i successori di Antigono, l’Egitto, sotto i discendenti di Tolomeo, la Siria, comprendente anche la Mesopotamia e la Persia, sotto i discendenti di Seleuco. Alla metà del terzo secolo a.C. si aggiunse, nella Misia, il regno di Pergamo, con la dinastia degli Attalidi. A tutto pose termine la conquista romana.
  • Con Barbara Di Lorenzo Si considera con il termine di ELLENISMO un periodo della storia greca durato tre secoli, dalla morte di Alessandro Magno (= 323 a.C.) alla battaglia di Azio, dove Roma si assicurò di fatto il predominio sul Mediterraneo (= 31 a.C.). Durante questi trecento anni la cultura greca assume una straordinaria forza di propagazione diffondendosi sull’intera area del Vicino e del Medio Oriente, dalle pianure della Macedonia fino all’India, attraverso il Mar Nero e il Danubio e in Egitto lungo il Nilo fino in Nubia. Questo processo di ellenizzazione in alcune aree geografiche fu assai profondo, come è il caso dell’Asia Minore che da allora divenne “più greca della Grecia”, mentre altrove si fuse con le culture autoctone in maniera sincretica, come nella Bactriana in Asia Centrale. Sappiamo come l’immenso impero costruito rapidamente da Alessandro si disgregò subito dopo la sua morte, minato anche dalle lotte intestine tra i suoi generali. Con la battaglia di Ipso (= 301 a.C.), che pose fine al tentativo di Antigono di riunire l’impero di Alessandro, ebbe inizio un sistema politico costituito dai vari regni ellenistici: la Macedonia, sotto i successori di Antigono, l’Egitto, sotto i discendenti di Tolomeo, la Siria, comprendente anche la Mesopotamia e la Persia, sotto i discendenti di Seleuco. Alla metà del terzo secolo a.C. si aggiunse, nella Misia, il regno di Pergamo, con la dinastia degli Attalidi. A tutto pose termine la conquista romana.
  • Con Barbara Di Lorenzo Si considera con il termine di ELLENISMO un periodo della storia greca durato tre secoli, dalla morte di Alessandro Magno (= 323 a.C.) alla battaglia di Azio, dove Roma si assicurò di fatto il predominio sul Mediterraneo (= 31 a.C.). Durante questi trecento anni la cultura greca assume una straordinaria forza di propagazione diffondendosi sull’intera area del Vicino e del Medio Oriente, dalle pianure della Macedonia fino all’India, attraverso il Mar Nero e il Danubio e in Egitto lungo il Nilo fino in Nubia. Questo processo di ellenizzazione in alcune aree geografiche fu assai profondo, come è il caso dell’Asia Minore che da allora divenne “più greca della Grecia”, mentre altrove si fuse con le culture autoctone in maniera sincretica, come nella Bactriana in Asia Centrale. Sappiamo come l’immenso impero costruito rapidamente da Alessandro si disgregò subito dopo la sua morte, minato anche dalle lotte intestine tra i suoi generali. Con la battaglia di Ipso (= 301 a.C.), che pose fine al tentativo di Antigono di riunire l’impero di Alessandro, ebbe inizio un sistema politico costituito dai vari regni ellenistici: la Macedonia, sotto i successori di Antigono, l’Egitto, sotto i discendenti di Tolomeo, la Siria, comprendente anche la Mesopotamia e la Persia, sotto i discendenti di Seleuco. Alla metà del terzo secolo a.C. si aggiunse, nella Misia, il regno di Pergamo, con la dinastia degli Attalidi. A tutto pose termine la conquista romana.
  • Con Barbara Di Lorenzo Si considera con il termine di ELLENISMO un periodo della storia greca durato tre secoli, dalla morte di Alessandro Magno (= 323 a.C.) alla battaglia di Azio, dove Roma si assicurò di fatto il predominio sul Mediterraneo (= 31 a.C.). Durante questi trecento anni la cultura greca assume una straordinaria forza di propagazione diffondendosi sull’intera area del Vicino e del Medio Oriente, dalle pianure della Macedonia fino all’India, attraverso il Mar Nero e il Danubio e in Egitto lungo il Nilo fino in Nubia. Questo processo di ellenizzazione in alcune aree geografiche fu assai profondo, come è il caso dell’Asia Minore che da allora divenne “più greca della Grecia”, mentre altrove si fuse con le culture autoctone in maniera sincretica, come nella Bactriana in Asia Centrale. Sappiamo come l’immenso impero costruito rapidamente da Alessandro si disgregò subito dopo la sua morte, minato anche dalle lotte intestine tra i suoi generali. Con la battaglia di Ipso (= 301 a.C.), che pose fine al tentativo di Antigono di riunire l’impero di Alessandro, ebbe inizio un sistema politico costituito dai vari regni ellenistici: la Macedonia, sotto i successori di Antigono, l’Egitto, sotto i discendenti di Tolomeo, la Siria, comprendente anche la Mesopotamia e la Persia, sotto i discendenti di Seleuco. Alla metà del terzo secolo a.C. si aggiunse, nella Misia, il regno di Pergamo, con la dinastia degli Attalidi. A tutto pose termine la conquista romana.
  • Con Barbara Di Lorenzo Si considera con il termine di ELLENISMO un periodo della storia greca durato tre secoli, dalla morte di Alessandro Magno (= 323 a.C.) alla battaglia di Azio, dove Roma si assicurò di fatto il predominio sul Mediterraneo (= 31 a.C.). Durante questi trecento anni la cultura greca assume una straordinaria forza di propagazione diffondendosi sull’intera area del Vicino e del Medio Oriente, dalle pianure della Macedonia fino all’India, attraverso il Mar Nero e il Danubio e in Egitto lungo il Nilo fino in Nubia. Questo processo di ellenizzazione in alcune aree geografiche fu assai profondo, come è il caso dell’Asia Minore che da allora divenne “più greca della Grecia”, mentre altrove si fuse con le culture autoctone in maniera sincretica, come nella Bactriana in Asia Centrale. Sappiamo come l’immenso impero costruito rapidamente da Alessandro si disgregò subito dopo la sua morte, minato anche dalle lotte intestine tra i suoi generali. Con la battaglia di Ipso (= 301 a.C.), che pose fine al tentativo di Antigono di riunire l’impero di Alessandro, ebbe inizio un sistema politico costituito dai vari regni ellenistici: la Macedonia, sotto i successori di Antigono, l’Egitto, sotto i discendenti di Tolomeo, la Siria, comprendente anche la Mesopotamia e la Persia, sotto i discendenti di Seleuco. Alla metà del terzo secolo a.C. si aggiunse, nella Misia, il regno di Pergamo, con la dinastia degli Attalidi. A tutto pose termine la conquista romana.
  • Raccontato da Gabriele Rossoni

    Alla fine del IV millennio aC i territori attraversati dai fiumi Tigri e Eufrate in Mesopotamia e dal Nilo in Egitto sono stati lo scenario del sorgere della Rivoluzione Urbana, uno dei momenti fondanti della nostra civiltà. In queste zone geografiche l’essere umano, grazie a situazioni ambientali assai più favorevoli, diventa stanziale mutando del tutto il suo sistema di vita che migliora decisamente. Si concentra e prolifica in luoghi che assumeranno sempre più l’aspetto di centri urbani con tutte le più tipiche caratteristiche architettoniche e sociali. Pianura e montagna, terre fertili e deserto rappresentano un binomio imprescindibile per comprendere la storia del Vicino Oriente, i luoghi in cui grandi città che hanno generato potenti regni e imperi e le immense aree aride attraversate da strade e carovane che collegavano merci, persone e idee per migliaia di chilometri, dal Mediterraneo al più lontanto Oriente. Così a partire dalle città-stato sumeriche del III millennio aC fino ai grandi imperi assiri e babilonesi del I millennio, e poi ancora in età classica tra i regni ellenistici fino al dominio di Roma, stanziali e nomadi hanno interagito nella gestione della fitta rete delle vie di collegamento lungo le quali sorsero città ricche e bellissime che sono entrate nella leggenda, come Petra, favolosa capitale dei Nabatei, Palmira, grande oasi nel deserto siriano, o le lontane città dell’Arabia Felix, il punto di partenza delle lunghe carovane che, cariche di incenso e di tanti altri aromata, risalivano la penisola araba.

    Raccontato da Gabriele Rossoni, archeologo orientalista, in 5 video-conferenze.

  • Raccontato da Gabriele Rossoni

    Alla fine del IV millennio aC i territori attraversati dai fiumi Tigri e Eufrate in Mesopotamia e dal Nilo in Egitto sono stati lo scenario del sorgere della Rivoluzione Urbana, uno dei momenti fondanti della nostra civiltà. In queste zone geografiche l’essere umano, grazie a situazioni ambientali assai più favorevoli, diventa stanziale mutando del tutto il suo sistema di vita che migliora decisamente. Si concentra e prolifica in luoghi che assumeranno sempre più l’aspetto di centri urbani con tutte le più tipiche caratteristiche architettoniche e sociali. Pianura e montagna, terre fertili e deserto rappresentano un binomio imprescindibile per comprendere la storia del Vicino Oriente, i luoghi in cui grandi città che hanno generato potenti regni e imperi e le immense aree aride attraversate da strade e carovane che collegavano merci, persone e idee per migliaia di chilometri, dal Mediterraneo al più lontanto Oriente. Così a partire dalle città-stato sumeriche del III millennio aC fino ai grandi imperi assiri e babilonesi del I millennio, e poi ancora in età classica tra i regni ellenistici fino al dominio di Roma, stanziali e nomadi hanno interagito nella gestione della fitta rete delle vie di collegamento lungo le quali sorsero città ricche e bellissime che sono entrate nella leggenda, come Petra, favolosa capitale dei Nabatei, Palmira, grande oasi nel deserto siriano, o le lontane città dell’Arabia Felix, il punto di partenza delle lunghe carovane che, cariche di incenso e di tanti altri aromata, risalivano la penisola araba.

    Raccontato da Gabriele Rossoni, archeologo orientalista, in 5 video-conferenze.

  • Raccontato da Gabriele Rossoni

    Alla fine del IV millennio aC i territori attraversati dai fiumi Tigri e Eufrate in Mesopotamia e dal Nilo in Egitto sono stati lo scenario del sorgere della Rivoluzione Urbana, uno dei momenti fondanti della nostra civiltà. In queste zone geografiche l’essere umano, grazie a situazioni ambientali assai più favorevoli, diventa stanziale mutando del tutto il suo sistema di vita che migliora decisamente. Si concentra e prolifica in luoghi che assumeranno sempre più l’aspetto di centri urbani con tutte le più tipiche caratteristiche architettoniche e sociali. Pianura e montagna, terre fertili e deserto rappresentano un binomio imprescindibile per comprendere la storia del Vicino Oriente, i luoghi in cui grandi città che hanno generato potenti regni e imperi e le immense aree aride attraversate da strade e carovane che collegavano merci, persone e idee per migliaia di chilometri, dal Mediterraneo al più lontanto Oriente. Così a partire dalle città-stato sumeriche del III millennio aC fino ai grandi imperi assiri e babilonesi del I millennio, e poi ancora in età classica tra i regni ellenistici fino al dominio di Roma, stanziali e nomadi hanno interagito nella gestione della fitta rete delle vie di collegamento lungo le quali sorsero città ricche e bellissime che sono entrate nella leggenda, come Petra, favolosa capitale dei Nabatei, Palmira, grande oasi nel deserto siriano, o le lontane città dell’Arabia Felix, il punto di partenza delle lunghe carovane che, cariche di incenso e di tanti altri aromata, risalivano la penisola araba.

    Raccontato da Gabriele Rossoni, archeologo orientalista, in 5 video-conferenze.

  • Raccontato da Gabriele Rossoni

    Alla fine del IV millennio aC i territori attraversati dai fiumi Tigri e Eufrate in Mesopotamia e dal Nilo in Egitto sono stati lo scenario del sorgere della Rivoluzione Urbana, uno dei momenti fondanti della nostra civiltà. In queste zone geografiche l’essere umano, grazie a situazioni ambientali assai più favorevoli, diventa stanziale mutando del tutto il suo sistema di vita che migliora decisamente. Si concentra e prolifica in luoghi che assumeranno sempre più l’aspetto di centri urbani con tutte le più tipiche caratteristiche architettoniche e sociali. Pianura e montagna, terre fertili e deserto rappresentano un binomio imprescindibile per comprendere la storia del Vicino Oriente, i luoghi in cui grandi città che hanno generato potenti regni e imperi e le immense aree aride attraversate da strade e carovane che collegavano merci, persone e idee per migliaia di chilometri, dal Mediterraneo al più lontanto Oriente. Così a partire dalle città-stato sumeriche del III millennio aC fino ai grandi imperi assiri e babilonesi del I millennio, e poi ancora in età classica tra i regni ellenistici fino al dominio di Roma, stanziali e nomadi hanno interagito nella gestione della fitta rete delle vie di collegamento lungo le quali sorsero città ricche e bellissime che sono entrate nella leggenda, come Petra, favolosa capitale dei Nabatei, Palmira, grande oasi nel deserto siriano, o le lontane città dell’Arabia Felix, il punto di partenza delle lunghe carovane che, cariche di incenso e di tanti altri aromata, risalivano la penisola araba.

    Raccontato da Gabriele Rossoni, archeologo orientalista, in 5 video-conferenze.

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    Alla fine del IV millennio aC i territori attraversati dai fiumi Tigri e Eufrate in Mesopotamia e dal Nilo in Egitto sono stati lo scenario del sorgere della Rivoluzione Urbana, uno dei momenti fondanti della nostra civiltà. In queste zone geografiche l’essere umano, grazie a situazioni ambientali assai più favorevoli, diventa stanziale mutando del tutto il suo sistema di vita che migliora decisamente. Si concentra e prolifica in luoghi che assumeranno sempre più l’aspetto di centri urbani con tutte le più tipiche caratteristiche architettoniche e sociali. Pianura e montagna, terre fertili e deserto rappresentano un binomio imprescindibile per comprendere la storia del Vicino Oriente, i luoghi in cui grandi città che hanno generato potenti regni e imperi e le immense aree aride attraversate da strade e carovane che collegavano merci, persone e idee per migliaia di chilometri, dal Mediterraneo al più lontanto Oriente. Così a partire dalle città-stato sumeriche del III millennio aC fino ai grandi imperi assiri e babilonesi del I millennio, e poi ancora in età classica tra i regni ellenistici fino al dominio di Roma, stanziali e nomadi hanno interagito nella gestione della fitta rete delle vie di collegamento lungo le quali sorsero città ricche e bellissime che sono entrate nella leggenda, come Petra, favolosa capitale dei Nabatei, Palmira, grande oasi nel deserto siriano, o le lontane città dell’Arabia Felix, il punto di partenza delle lunghe carovane che, cariche di incenso e di tanti altri aromata, risalivano la penisola araba.

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