Caro Gabriele,

ho letto il tuo commento all’articolo di Montanari. Personalmente preferisco avere tante scelte, anche se smaccatamente a fini commerciali, che il nulla come l’anno passato a Roma. Siamo tutti dotati di capacità di discernimento quindi è nostra, poi, la decisione su cosa andare a vedere. Chi guarda il Grande Fratello vip preferirà probabilmente le mostre degli Impressionisti che sono di facile comprensione e se solo uno di quei visitatori sarà incuriosito ad approfondire la materia, la mostra, anche se commerciale, avrà avuto la sua ragione di esistere. Chi il Grande Fratello vip non lo vede, magari, sarà attratto da cose più di nicchia come la mostra a palazzo Braschi sui bozzetti per i costumi ed i disegni per le scenografie dell’Opera di Roma. La televisione è lo specchio della società (come lo è la politica). Il prof. Montanari fa finta di non sapere che se si vuole elevare il livello civile di una società (e il livello culturale dei programmi televisivi) si deve portare le persone davanti al “bello” cioè rendere comprensibili i musei. Così come sono strutturati ora sono solo una vetrina di una storia passata che, se non si conosce, non si capisce. Quindi il lavoro di Flumen è fondamentale per spiegare e far capire sia a chi vede il Grande Fratello vip sia a chi vede “L’Approdo” (di buona memoria) che c’è altro oltre la quotidianità ad il trash e che ad ogni modo ogni scelta è sempre la conseguenza di una nostra decisione.

Aldo Del Sordo

Ringrazio di cuore Aldo Del Sordo, Amico di Flumen di lunga data, per il suo intervento. Aggiungo solo alle sue parole che sono convinto che un’opera, seppur minore, scaturita dal genio artistico di Pablo Picasso o di Claude Monet ha sempre tanto da rivelarci, e sono consapevole che il nostro compito, non facile, è quello di riuscire a mediare tra l’opera e l’osservatore. Lavoriamo su Roma nel campo della divulgazione culturale oramai da tempo, avendo anche gestito direttamente grandi mostre all’interno di importanti spazi espositivi, e abbiamo constatato di persona quel progressivo impoverimento di contenuti, in contraddizione con l’eccessivo aumento delle pretese economiche, denunciato da Montanari. Continueremo in futuro, certamente, a frequentare le mostre a Roma e nel Paese per raccontare quel Bello di cui parla Aldo, sempre presente nell’opera d’arte e che attende di essere colto, ma ci impegneremo comunque a ricordare che in Italia esistono luoghi altri, meno condizionati dalle regole del business, in cui il Bello è ancor più presente e alla portata di tutti.

Nota a margine: spezziamo una lancia a favore del vituperato Grande Fratello che, a suo modo, è un programma televisivo geniale.

Gabriele Rossoni

di Aldo Del Sordo e Gabriele Rossoni